CANDIDA

ARME

D'azzurro, alla fenice sulla sua immortalità, che guarda il sole figurato tramontante, il tutto d’oro, sorante dalla cima più alta di in un colle (3) all'italiana, fondato in punta, di verde.

ORIGINE E SIGNIFICATO DELL'ARME

Lo Statuto Comunale all'art. 3, comma 4, riporta: “Lo stemma è racchiuso in uno scudo sormontato da una corona e raffigura un’araba fenice nel suo nido, pronta per involarsi verso il Sole posto in alto a destra. Sotto è stilizzato un colle più alto tra altri due, da dove sembra si alzi la fenice”. La descrizione dello Statuto è errata, il Sole è a sinistra: in Araldica le direzioni sono riferite all’ideale portatore dello scudo, quindi corrisponde alla destra di chi guarda.

 

Candida, come anche Mirabella Eclano, ha la fenice che rinasce dalle sue ceneri. Quest'uccello, secondo il mito antico, era l'unico animale vivente su di un alto monte d'Arabia, dove si apre la grande porta del cielo. All'alba salutava col canto il sole nascente dall'albero più alto del bosco. Ogni mille anni scendeva nel mondo dove regnava la morte, si costruiva un nido che poi per il caldo s'incendiava e l'uccello bruciava. Però da quelle ceneri, come da un bozzolo, nasceva l'uccello ringiovanito e ritornava sull'alto monte d'Arabia. 

 

Perché fu scelta tale arme? Giacomo Filangieri, conte di Avellino, si oppose perché la Terram Candidae nel 1420, non finisse in potere di Caterina Filangieri sua figlia, che per via matrimoniale l'aveva portata in dote a Sergianni Caracciolo. L'opposizione si concluse con un'azione militare nella quale fu dato inizio ad un irreparabile incendio. "Il fuoco bruciò gran parte del paese e fece morire carbonizzati molti uomini, donne e bambini distruggendo molte case con i loro beni". In seguito ricostruita con il fattivo contributo dei Caracciolo, che in ricordo del “sole” che figurava nella propria arme, fu adottato anche dal nuovo abitato.

 

Sul portale della chiesa di s. Agostino c'era scritto: CANDIDA CUR PHOENIX IGNIS VORAT AUREA MONTES SOLA NOVANDA CAPUT ELEMENTA FERO. 1519. "Io Candida (sono come) una vaghissima fenice perché quando il fuoco dell'incendio divora finanche le montagne, io porto dentro di me gli elementi necessari per rinnovarmi da sola".

Scrivi commento

Commenti: 0