SAN MARTINO VALLE CAUDINA

ARME

Di rosso, all’effigie di san Martino, visto di tre quarti verso destra, il viso abbassato e voltato verso sinistra, viso, avambracci, mani, ginocchio, parte della gamba, di carnagione, capelluto d’argento, vestito con tunica di verde, ammantato d’azzurro e calzari di nero, montato su un cavallo passante, dello stesso, crinito e bardato di nero, tenente con la mano destra, una spada d’argento, posta in sbarra, nell’atto di tagliare il mantello, posto in palo, tenuto con la mano sinistra, posta in fascia, accompagnato da un uomo, visto di tre quarti verso destra, pure di carnagione, capelluto e barbuto di nero, cinto solo con mezza tunica di verde.

ORIGINE E SIMBOLOGIA DELL’ARME

L’arme, adottata di recente, è “parlante”, infatti figura l’effigie di s. Martino di Tours nella sua classica iconografia, raffigurato come un soldato, a cavallo in questo caso, nell’atto di dividere il suo mantello per donarlo a un povero seminudo.

 

Ad Amiens, in una notte d’inverno, mentre faceva la ronda, Martino, soldato della guardia imperiale romana, incontrò per strada un povero mezzo nudo che tremava dal freddo. Allora tagliò con un colpo di spada il suo mantello azzurro (colore adottato poi dai re di Francia, è detto Cappa di s. Martino) e ne donò la metà allo sventurato. Per questa azione fu deriso dai compagni, ma la notte seguente, mentre dormiva, gli apparve Gesù rivestito del suo mantello che diceva a Dio: “Avevo freddo, ma Martino mi ha riscaldato”. Profondamente colpito dal sogno, Martino chiese il battesimo, abbandonò l’esercito e fu costretto a fuggire, si recò dapprima a Milano, poi ritornò a Poitiers, dove fu ordinato diacono e poi sacerdote. Nel 371 divenne vescovo di Tours, dove vi morì nel 397 e, l’11 novembre fu sepolto in quella città. In questo giorno ricorre la festa del santo che, secondo la tradizione, ricevette da Gesù, come ricompensa della sua generosità, che in quel momento dell’anno la temperatura rigida si facesse sempre mite. Da qui il nome di “Estate di s. Martino”.

 

Precedentemente, il Comune, utilizzava ufficiosamente un’arme dove figurava, un guerriero armato, su un cavallo passante, che si potrebbe identificare con Giovanni della Leonessa, figlio di Errico e Guglielma Cantelmo, che nel 1343, comprò la terra di s. Martino, dalla regina Sancia pagando 800 once.

CRONOLOGIA

Arme e Gonfalone: D.P.R. del 23.11.1998.

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